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il Diario del Capitano, A. Di Gregorio

Disciplina e Rimpianti

disciplina e rimpianti
Disciplina e Rimpianti

Noi tutti dobbiamo soffrire una di queste due cose: il dolore della disciplina o il dolore del rimpianto.
La disciplina si pesa in etti, il rimpianto si pesa in chili. – Jim Rhon

Essere disciplinati comporta, almeno all’inizio, una certa forma di sofferenza. Mantenere in ordine i propri documenti, fare attività fisica quotidianamente, leggere pagine di un libro tutti i giorni, mantenersi aggiornati dedicando mezz’ora al giorno alle notizie, meditare, potremmo proseguire con numerose altre buone abitudini.

Il vantaggio che traggono i disciplinati sono sotto gli occhi di tutti e mentre gli indisciplinati si limitano a dire che i disciplinati sono ‘bravi’, i rimpianti per non aver voluto fare dei piccoli sacrifici quotidiani si traducono in tristezza nel lungo termine.

A distanza di tempo arrivano a dire: se avessi studiato, se avessi curato la mia salute, se mi fossi dedicato a questo o a quello…. E così il tempo passa, per arrivare all’ultimo, il più grande dei rimpianti: cosa ne ho fatto della mia vita? Ci si accorge allora che le cose più importanti si sono raggiunte grazie alla disciplina.

Ogni cambiamento evolutivo comporta una sofferenza e sembra che ciò faccia parte della nostra programmazione base, ma se lo si capisce e se ne prende atto possiamo lasciare che questi dolori siano di piccola entità, possiamo persino farci l’abitudine e farli diventare paradossalmente piacevoli, come accade gli sportivi, che godono dall’allenamento al punto che soffrono se non lo possono praticare.

E ora che sono arrivato a questo punto non rimane che chiedersi in che cosa non si è disciplinati, a che cosa non si è disposti a rinunciare per pura pigrizia, sebbene si sappia degli indiscutibili vantaggi che ne deriverebbero.
Il talento senza disciplina non porta al successo.

Disciplina e Rimpianti

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La Vita è quello che ti accade

La Vita è quello che ti accade

La vita è quello che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti

John Lennon

Pochi giorni fa, un nostro allievo, un amico, una persona che con la nostra scuola ha compiuto un percorso di crescita fino al conseguimento del certificato di Trainer, è mancato improvvisamente.

A 65 anni è tornato a far parte dell’Uno. Rimane la sua opera, il suo contributo al mondo. Antonio Remonato ha aiutato persone che soffrivano a stare meglio attraverso il suo lavoro di Osteopata. È stato uno dei suoi modi per dare importanza al tempo della sua vita.

Quando si è immersi nella quotidianità spesso ci si dimentica di chi veramente siamo. Cosa abbiamo messo nella nostra identità? La nostra professione, i nostri beni, le nostre convinzioni? 
Sono un ingegnere, sono il proprietario di un patrimonio, sono di destra o di sinistra, sono un italiano. 

Ebbene, noi non siamo quelle cose. Nemmeno il nome ci appartiene, tant’è che io dico “Mi chiamo” e non “Sono Andrea”. La nostra identità non appartiene a luoghi, cose materiali, abilità o credenze. Tutto ciò serve solo per relazionarci col mondo fisico.

Esprimere la nostra natura significa conoscere chi siamo nel nostro intimo e lo possiamo fare attraverso ciò che decidiamo di essere: diventare padre, madre, compagno/a, amico/a.

La nostra identità si rappresenta anche attraverso il nostro lavoro e le cose che amiamo fare.
Tutto ciò che può evolvere e sfociare nell’amore, ovvero, progetti che meritano d’essere parte della nostra vita, sono la rappresentazione di noi stessi.

La crescita personale è importante perché ci dà l’opportunità di ricordarcelo ogni giorno, per evitare di perderci in cose che non ci rappresentano.

È bene chiederselo, di tanto in tanto.

La vita è quello che ti accade

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La mente, mente.

La mente, mente.

Non lasciamoci usare dalla mente, piuttosto usiamola.

Prendo questa frase ad effetto dal sito di uno psicologo e psicoterapeuta che ha scritto un articolo a mio parere interessante: “La mente mente (automaticamente)”

Nelle ultime settimane ho avuto modo di lavorare con clienti che hanno in comune l’atteggiamento di dare credito ai pensieri negativi generati dalla propria mente.
Prima di scadere nelle patologie, questi pensieri portano gli individui a complicarsi la vita, a rendere difficile qualcosa che di per sé non lo sarebbe, se si usasse la mente in modo appropriato.

Il punto di riflessione è essere coscienti di questo, ovvero, essere consapevoli di quando qualcosa è utile da quando non lo è.
Nel momento in cui si dà retta a pensieri non ragionati non usiamo più la mente, bensì lasciamo che lei ci usi e questo genera tutta una serie di scompensi. Energie, risorse e tempo sprecato!

La domanda che ci dobbiamo fare, quando la mente suggerisce cose che tendono a dar vita a pensieri negativi è: “Cosa sostiene tutto questo?”.
Andando a metamodellare il nostro pensiero si può arrivare a scoprire che spesso tali pensieri non sono altro che il frutto di idee generate allo scopo di proteggerci, ma ahimè in modo tutt’altro che utile.

Giovanni Spinelli aggiunge:
La mente, poverina, non lo fa apposta! È che è fatta così: parla senza pensare! In realtà vorrebbe solo aiutare… Sa che a noi alcune cose vanno bene e alcune male, e si basa soltanto sui segnali che sembrano confermare queste cose, senza fermarsi a valutare con precisione la realtà che è spesso più complessa di quanto sembra!”

Lo strumento che noi della PNL utilizziamo a tale proposito è il Metamodello, ovvero l’analisi del linguaggio che è generato dal nostro pensiero.

Potete trovare un approfondimento qui: Metamodello

La Mente, mente.

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Post Pandemia, Green Pass e PNL

Post Pandemia, Green Pass e PNL

Rientro in ufficio post pandemia.
Il 62% degli intervistati pensa sia necessario un supporto psicologico.

L’articolo è stato redatto da Forbes: leggi

Qual è il problema che renderebbe necessario questo supporto psicologico? L’articolo stesso parla di uscita dalla zona di comfort e ciò è abbastanza evidente a tutti.
Dal punto di vista della PNL si tratta di flessibilità e della capacità di applicarla su se stessi.

La flessibilità ha per lo più a che fare con le convinzioni ed i valori, ecco quindi che, ad esempio, un ciclo di cambiamento delle convinzioni o una strategia di elaborazione dei valori in conflitto possono essere una buona soluzione al problema.

Resta solo la variabile della volontà. Ebbene sì, perché farsi aiutare, o aiutare qualcuno ad esplorare la zona di apprendimento, è possibile ed anche relativamente rapido, tuttavia l’aiuto è efficace solo nel momento in cui lo si cerca, altrimenti è pressoché inutile.

Aiutare qualcuno che non è consapevole del proprio bisogno è spesso dannoso in quanto si impedisce alla persona di arrivare a comprendere se stessi, che è poi parte del senso della vita.

Cosa possiamo fare allora, quando vediamo qualcuno in difficoltà?
Comunicare. Un professionista della relazione d’aiuto è un eccellente comunicatore che non si limita a portare il proprio aiuto laddove richiesto, è anche un divulgatore di crescita personale.

Coach, Counselor, Mentori, Mediatori e Facilitatori, svolgono spesso anche la professione di formatori e blogger anche per questo motivo. Si adoperano nella diffusione di messaggi atti a far riflettere, a stimolare la curiosità verso la zona magica, che si trova oltre quella di apprendimento, una zona dove tutto può accadere.

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Effetto Dunning Kruger

Effetto Dunning Kruger

Carissimi,
sono contento di dare il via a questa nuova iniziativa.
Per iniziare vi propongo un articolo interessante che ho trovato in rete:

Effetto Dunning Kruger by BioMedicalCue

In termini PNL possiamo interpretare il concetto nel Presupposto
“La Mappa non è il Territorio “.

L’ignorante pretende di aver ragione proprio perché la ridotta visione della realtà è di fatto tutto ciò che possiede per vivere la vita di tutti i giorni.
È come se indossassimo un paio d’occhiali con un filtro grigio, vedremmo tutto in gradazioni bianco e nero.

Il problema è che chi indossa tali “occhiali” non se ne accorge e continua a vivere con questa limitazione, con effetti a volte catastrofici nella propria vita e, ahimè, anche in quella di altri.
Ma dov’è la verità? Come possiamo accorgerci che anche noi li stiamo inconsapevolmente indossando?

La risposta è semplice, ogni qualvolta proviamo un’emozione distruttiva.

Nemmeno chi ha decenni di esperienza in PNL ne è immune, ma a differenza di altri un Practitioner si chiede come può arricchire la propria visione della realtà.
Chiedetevelo, la prossima volta che vi capita di arrabbiarvi 😉

Oltre a sentir svanire l’emozione sgradevole, vi renderete conto che smetterete di esprimere giudizi, ovvero, di intossicarvi con la vostra stessa comunicazione

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