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Come vivere con resilienza

“Come vivere con resilienza”,  articolo della rubrica  “Il Diario del Capitano”, ideata da Andrea Di Gregorio, Master Trainer PNL e Fondatore di PNL Evolution.

Come vivere con resilienza
Come vivere con resilienza.

Il verbo ‘sostare’ significa anche essere capaci di mantenersi saldi, ad esempio attraverso la capacità di affrontare e superare eventi traumatici o periodi difficili. “Io so stare” è l’affermazione tipica di chi affronta la vita con resilienza. Riesce in questo chi è consapevole che è possibile vivere considerando ogni possibilità e sa scegliere quella più utile per se e per il sistema in cui vive.

Agire in questo modo significa anche essere convinti che la vita non mette sulla nostra strada cose superflue, lo abbiamo già sentito, nulla accade per caso. A noi quindi, la scelta di come considerare ciò che ci accade, cosa farci con quell’esperienza.

In PNL questo concetto è noto come: Orientamento al problema Vs. Orientamento al risultato.
È possibile averci a che fare ogni giorno, da una discussione animata ad un volo cancellato, da un piccolo incidente che ti blocca per qualche giorno ad un programma che ti eri fatto e che va all’aria. Se vivi gli imprevisti in funzione del problema sarai spesso in preda alle emozioni distruttive, se li vivi in funzione del risultato, potresti trovare alternative interessanti, vivendo in armonia con ciò che ti circonda.

La domanda da porsi è: “Qual è l’opportunità nascosta?
All’inizio non è semplice, perché si tratta di cambiare il proprio stile di pensiero e uscire dalla zona di comfort, ma quando ci si prende l’abitudine può diventare persino divertente.

Vi lascio con un bellissimo racconto dal quale trarre ispirazione:

C’era una volta, in un villaggio cinese, un vecchio contadino che viveva con suo figlio e un cavallo, che era la loro unica fonte di sostentamento.
Un giorno, il cavallo scappò lasciando l’uomo senza possibilità di lavorare la terra.
I suoi vicini accorsero da lui per mostrargli la loro solidarietà dicendosi dispiaciuti per l’accaduto.
Lui li ringraziò per la visita, ma domandò loro: “Come fate a sapere se ciò che mi è successo è un bene o un male per me? Chi lo sa!”
I vicini, perplessi dall’atteggiamento del vecchio contadino, andarono via.
Una settimana dopo, il cavallo ritornò alla stalla, accompagnato da una grande mandria di cavalli. Giunta la notizia agli abitanti del villaggio, questi tornarono a casa del contadino, congratulandosi con lui per la buona sorte.
“Prima avevi solo un cavallo ed ora ne hai molti, è una grande ricchezza. Che fortuna!”, dissero.
“Grazie per la visita e per la vostra solidarietà”, rispose lui, ma come fate a sapere che questo è un bene o un male per me?”
I vicini, ancora una volta rimasero sconcertati dalla risposta del vecchio contadino e se ne andarono via.
Qualche tempo dopo, il figlio del contadino, nel tentativo di addomesticare uno dei nuovi cavalli arrivati, cadde da cavallo rompendosi una gamba.
I vicini premurosi tornarono a far visita al contadino dimostrandosi molto dispiaciuti per la disgrazia.
L’uomo ringraziò per la visita e l’affetto di tutti e nuovamente domandò: “Come potete sapere se l’accaduto è una disgrazia per me? Aspettiamo e vediamo cosa succederà nel tempo.”
Ancora una volta la frase del vecchio contadino lasciò tutti stupefatti e senza parole se ne andarono increduli.
Trascorsero alcuni mesi ed il Giappone dichiarò guerra alla Cina. Il governo inviò i propri emissari in tutto il paese alla ricerca di giovani in buona salute da inviare al fronte in battaglia. Arrivarono al villaggio e reclutarono tutti i giovani, eccetto il figlio del contadino che aveva la gamba rotta.
Nessuno dei ragazzi ritornò vivo. Il figlio del contadino invece guarì e i cavalli furono venduti procurando una buona rendita.
Il saggio contadino passò a visitare i suoi vicini per consolarli ed aiutarli, come loro si erano mostrati solidali con lui in ogni situazione.
Ogni volta che qualcuno di loro si lamentava, il saggio contadino diceva: “Come sai se questo è un male?”. Se qualcuno si rallegrava troppo, gli domandava: “Come sai se questo è un bene?”
Gli uomini di quel villaggio capirono allora l’insegnamento del saggio contadino che li esortava a non esaltarsi e a non lasciarsi abbattere dagli eventi, accogliendo sempre ciò che è, consapevoli del fatto che – al di là del bene e del male – tutto potrebbe rivelarsi diverso da come appare.

(fonte)

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