Da vicino nessuno è normale
Vi è mai capitato di stare con una persona e pian piano cominciare a dubitare della sua “normalità”?
All’inizio si pensa a qualche stravagante modo di vivere: “Ma sì è un tipo che parla in continuazione di se stesso, lo fanno in tanti…”, oppure, “Che vuoi, è una persona un po’ preoccupata per la vita in generale, ma in questo mondo…”, o ancora, “Ha qualche fissazione, qualche vizietto, ma chi non ne ha?”, ecc…
La casistica potrebbe continuare, il punto è che si tende ad accettare le diversità degli altri poiché l’alternativa sarebbe considerare tutti come dei mezzi matti… o forse è proprio cosi?!
Vuoi vedere che anch’io sono mezzo matto e non me ne sono mai reso conto?!
La domanda sorge spontanea: come essere consapevoli della propria salute mentale? Si deve diventare psicologi per sapere se si è mentalmente sani?
In quest’ultimo quarto di secolo, (detto così mi fa quasi pura), mi sono reso conto che il lavoro su se stessi è uno strumento appropriato per avere consapevolezza della propria igiene mentale, ovvero: “il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, educazione sessuale, eugenica e sociale, informazione sanitaria con il risanamento di tutti quei fattori che possono contribuire a far emergere stati di disadattamento, di criminalità o vere e proprie patologie psichiche”.
(Fonte).
Che sia un corso o un percorso, la crescita personale dà modo di capire intimamente cosa c’è di stravagante o di preoccupante nella propria vita. Attraverso un lavoro su se stessi è possibile comprendersi, accettarsi, migliorarsi, ma soprattutto conoscersi. A parer mio non c’è lavoro più importante.
Una volta che si è iniziato non si finisce più, perché cambiamo continuamente ed il noi di oggi sarà diverso dal noi di domani. Come reagiremo di fronte ad un nuovo contesto non lo potremo sapere fino a che non lo vivremo.
La differenza è che, avendo fatto un lavoro a priori, saremo in grado di affrontare diversamente l’esperienza, il che non significa viverla senza provare nulla, ci si emoziona lo stesso, eccome!
La differenza è che non si è sopraffatti dalle emozioni, non si vivono crisi di autostima, non si mette in discussione un’intera vita perché semplicemente non si sta comprendendo quel determinato vissuto.
Rimane solo il rendersi conto che è arrivato il momento di pensare alla propria igiene mentale, oppure a considerare quanto importante sia stato il momento in cui si è iniziato a farlo.
Andrea Di Gregorio
L’articolo ti è piaciuto? Condividilo con gli amici!
ACQUISTA I LIBRI DI ANDREA DI GREGORIO