Una relazione esiste se c’è un noi

Il pronome “noi” è utilizzato per esprimere azioni, stati, sentimenti o pensieri che coinvolgono persone che si sentono di appartenere a un sistema: una coppia, una famiglia, un gruppo, un’azienda, una squadra o una comunità.

Il noi è necessario per creare qualcosa insieme, per realizzare un sogno, per sentirsi uniti di fronte alle difficoltà.
Il noi implica il credere in qualcosa che vale la pena difendere anche con sacrificio.
Il noi è ciò che consente di risolvere i problemi e di fare qualcosa che vada nella direzione di un bene condiviso.

Quando i rapporti iniziano ad incrinarsi, il pronome “noi” si perde, dando spazio al pronome “io”, ed è evidente come tutto venga rivalutato da una diversa prospettiva. Con l’io è difficile essere disposti a fare qualcosa che non salvaguardi anzitutto se stessi, tantomeno pensare di risolvere problemi per cui non ci si sente responsabili e poi, vale la pena combattere per qualcosa in cui non si crede? È abbastanza evidente che quando non ci si sente uniti, prima ci sia l’io e poi eventualmente il tu, figuriamoci il noi!

Il senso del noi trova le ragioni nel connettere, non nel sommare le energie.
Con il noi 1+1 non fa 2, ma 3, 4…
Due soggetti uniti dal noi costruiscono insieme ciò che da soli non potrebbero realizzare e l’esempio più evidente è nella natura.
Il proliferare della vita è espressione del noi, non dell’io. Basti pensare al corpo umano, un insieme di organi che svolgono compiti diversi, tutti nell’interesse di un unico organismo, che grazie alla vita è capace di creare meraviglie.

In una relazione in crisi, è a questo concetto che bisognerebbe guardare, ma non è così scontato. Carl Rogers, padre del Counseling, diceva che i problemi in una relazione si manifestano quando si smette di comunicare e, infatti, il significato stesso della parola è proprio unire insieme.