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I pensatori intenzionali

I pensatori intenzionali
I pensatori intenzionali

“Mark Zuckerberg con gli estranei appariva taciturno, ma era solo un’illusione: quando iniziava a parlare, era velenoso. Di solito restava in silenzio finché l’interlocutore non aveva finito di parlare. Ti fissava. Ti ascoltava nel più assoluto silenzio. Se trovava interessanti le parole dell’interlocutore alla fine diceva la sua e a quel punto era inarrestabile: un torrente di parole. Ma se lo annoiavi, se parlavi troppo o dicevi ovvietà, allora non ti considerava più, guardava oltre le tue spalle. Alla fine del tuo monologo mormorava: “Già!”‘, poi cambiava
argomento o si voltava dall’altra parte.

Zuckerberg è un pensatore altamente intenzionale, razionale all’estremo.
Con la sua grafia ordinata, meticolosa e minuscola, riempie quaderni con lunghe meditazioni.
Alle ragazze piaceva il suo sorriso scanzonato, la sua baldanza, il senso dell’umorismo e l’irriverenza. Portava sempre stampata in faccia un’espressione soddisfatta che sembrava dire: «So il fatto mio”. Zuck,
come lo chiamavano tutti, aveva l’aria di pensare che tutto sarebbe finito per il meglio, qualsiasi cosa avesse
deciso di fare”.

da: “The Facebook Effect: The Inside Story of the Company That is Connecting the World” di David Kirkpatrick

L’intenzionalità è una caratteristica umana, una capacità psicologica che rende alcune persone particolarmente efficaci nell’esprimere se stesse.

Coloro che adottano questa capacità sono attratti da ciò che è effettivamente utile, nelle relazioni con gli altri danno importanza ai fatti e non alle opinioni.

L’individuo può esprimersi in modo unico valorizzando se stesso utilizzando l’intenzione come strumento. Allo stesso modo può utilizzarlo in modo riflessivo per conoscere se stesso.

La creatività è un effetto dell’intenzionalità e quando si assiste ad un atto creativo che desta meraviglia, è possibile vedere quanto l’essere umano sia speciale e di espressione divina.

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