Ti auguro di stare da Dio

Con la moderna tecnologia molti degli auguri natalizi si sono trasformati in mere azioni meccaniche, dita che toccano ripetutamente lo schermo del dispositivo per scrivere messaggi affidati ai sistemi di messaggistica che fungono da ambasciatori augurali.

Ma cosa significa fare gli auguri? Augurare cosa? Salute, prosperità, successo, serenità? Belle parole, ma oggi non rischiano di diventare banali? Forse sì, perché ormai sono parte di un linguaggio stereotipato.

Allora, smettiamo di farci gli auguri? Assolutamente no! Facciamoli, ma in modo che il destinatario si accorga di averli percepiti.
La percezione nella mente avviene quando la sensazione giunge nella sfera cognitiva e si prende coscienza di qualcosa, ma perché ciò accada in modo profondo, è necessaria una forma più consapevole di percezione, che il filosofo Leibniz chiamava appercezione, ovvero, la percezione accompagnata dalla coscienza più o meno chiara di percepire, cioè l’accorgersi di percepire.

Per riuscirci dobbiamo rompere uno schema e, visto che l’augurio classico è diventato un’abitudine e molti non ci fanno più caso, fate i vostri auguri in modo diverso, così da stimolare l’appercezione. Per esempio, oggi io vi auguro di stare da Dio! Non è un’esclamazione, ma un augurio profondo.

Stare da Dio, significa stare con Lui, ovvero, con l’Amore, volutamente scritto con la A maiuscola. Augurare a qualcuno di stare da Dio, significa pensare che si possa vivere con tutto il proprio essere nell’amore assoluto, in una dimensione nella quale non esistono i conflitti, come non esiste la paura, il dolore, il malessere fisico o psicologico.

L’amore, che siate credenti o no, fa parte di noi stessi a prescindere dall’appartenenza o meno ad una religione.